Era “il nuovo Messi”, in Serie A due gol e poi il nulla

Lionel Messi è tra i calciatori più grande della storia del calcio. Un esempio per i più giovani che provano inevitabilmente ad imitarlo. Non sono mancati anche nel corso degli anni i ‘nuovi Messi’, uno dei quali ha giocato in Serie A 

Lionel Messi ha segnato un solco importante nella storia del calcio, e non solo per l’epoca recente. Il sette volte Pallone d’oro nei suoi anni di Barcellona ha dato vita ad un duello impressionante a distanza col rivale di sempre Cristiano Ronaldo, spingendo indirettamente milioni di giovani aspiranti calciatori a provare ad imitarne le gesta. Un autentico esempio il fenomeno argentino che non ha però fin qui trovato un vero e proprio erede che per qualità, caratteristiche e talento possa andare a ricalcarne le gesta in campo.

Messi ©LaPresse

In compenso nel corso degli ultimi 10/15 anni non sono mancati i calciatori in rampa di lancio a cui è stato affibbiato il pesante appellativo di ‘nuovo Messi‘. Tra questi anche Gabriel Torje, fantasista rumeno classe 1989 con un breve e fugace passato anche in Serie A con la maglia dell’Udinese.

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Che fine ha fatto Gabriel Torje? Il Messi rumeno che illuse Udine

Torje ©LaPresse

167 cm ed una corporatura piuttosto contenuta, con una frequenza di gamba importante ed una qualità tecnica interessante. Con caratteristiche fisiche e qualitative simili il paragone con Messi diventa inevitabile, e lo sa bene l’Udinese che lo prelevò dalla Dinamo Bucarest nell’estate del 2011 col chiaro intento di farne l’erede in bianconero di Alexis Sanchez, affiancando una leggenda del club come Antonio Di Natale. “Sono un trequartista che può andare a destra come a sinistra, oppure puntare alla porta per vie centrali, ma più che fare gol credo di essere un atleta che sa confezionare assist”, parlava così di se Torje alla presentazione ad Udine, facendo ben capire quali fossero le sue caratteristiche in campo.

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I tifosi quindi lo accolsero con calore e trasporto, sperando davvero di aver pescato il ‘Messi rumeno’ così come veniva soprannominato al suo approdo in Italia. Le referenze infatti non erano male, con la leggenda del calcio rumeno Hagi, che lo scoprì nelle giovanili del Timisoara, dando il via ad una carriera da presunto predestinato che conti alla mano non ha però ripagato. Dopo la trafila in patria c’è l’approdo all’Udinese carico di aspettative, tutte però rapidamente disattese da un’annata da appena due gol in 21 presenze che non bastano neanche per confermarlo nella rosa. La seconda chance con la famiglia Pozzo arriva quindi al Granada dopo appena una stagione in bianconero, ma le cose con tre reti in 34 partite non vanno troppo meglio, iniziando una trafila di cambi di maglia impressionante che lo hanno portato a calcare i campi in Spagna, Russia, Turchia, Grecia e poi ancora Romania, proprio alla Dinamo Bucarest da cui si era interrotto il discorso, appena prima dell’approdo in Italia.

Un nuovo Messi che non è mai sbocciato, e che ora a 33 anni si avvia alla fase conclusiva di una carriera che poteva essere e che invece non è mai stata. 

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