È arrivato il verdetto: “Dybala via dalla Roma con Mourinho”

Ivan Zazzaroni, famoso giornalista e direttore del ‘Corriere dello Sport’ ha lungamente parlato ai microfoni di ‘Calciomercato.it’ in diretta Twitch su TvPlay, ed ha parlato sia della Roma con riferimento a Dybala e Mourinho, che del sistema calcio con focus anche sulla questione pirateria.

Sono tanti gli argomenti toccati dal direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni che si è soffermato sui modi per combattere la pirateria nel calcio italiano, oltre che sul futuro, che potrebbe essere legato di Paulo Dybala e Josè Mourinho.

Calciomercato, da Dybala-Mourinho alla pirateria nel calcio: parla Zazzaroni
MOURINHO_DYBALA ©Lapresse

Calciomercato, da Dybala-Mourinho alla pirateria nel calcio: parla Zazzaroni

Serata storta quella della Roma in Europa League contro il Salisburgo dove oltre alla sconfitta è arrivato anche un problema fisico per Paulo Dybala, fulcro del gioco offensivo della squadra di Josè Mourinho. Curiosamente proprio dell’argentino e del portoghese ha parlato il giornalista Ivan Zazzaroni ai microfoni di ‘Calciomercato.it’ in diretta Twitch su TvPlay evidenziando: “Lo scrivo da due mesi. Se Mourinho va via, lascia anche Dybala. Se Mourinho non ha un chiarimento, da parte della società, e decide di andarsene, l’altro lo segue”.

Zazzaroni ha quindi spostato il tiro sulla pirateria: “Non so come si combatte la pirateria. Si combatte sicuramente con un paese tecnologicamente strutturato, successivamente con una legge che punisca. Se si può combattere con un prodotto migliore, costi minori e una struttura tecnologica più efficace. Ci sono zone in Italia dove il prodotto non si vede bene. Il piratato passa sulla rete internet. Se un prodotto lo paghi 30, ma lo stesso riesci ad averlo a costo 0, inevitabilmente c’è gente che ci prova. Questo è anche un problema culturale”.

Zazzaroni: “Col calcio degli anni ’80 la gente pagherebbe senza problemi”

Calciomercato, da Dybala-Mourinho alla pirateria nel calcio: parla Zazzaroni
Dybala ©Lapresse

Il nocciolo della questione è anche quello di provare ad offrire un prodotto sempre migliore ai tifosi: “Se io faccio investimenti in funzione di un’asta che può durare 3 anni o 5 anni, ovviamente con un investimento di 5 anni ho più garanzie. Posso fare una programmazione più intelligente. Ma il problema è quello di offrire un prodotto migliore. Se avessimo oggi il calcio degli anni ’80, probabilmente la gente pagherebbe senza problemi. Abbiamo dati di ascolto vergognosi, vogliamo allungare il brodo per 2 anni? Creiamo un prodotto migliore. Nel 2023 siamo in uno stato di crisi assoluto, con casini di ogni tipo, la gente ha molti meno soldi in tasca e con un prodotto scadente. Lo scenario è drammatico. La Juventus è giusto che paghi, se è giusto che paghi, ma quando scese in Serie B la nostra Serie A aveva un prodotto più allettante di quello di oggi”.

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