Superlega, Agnelli e i primi segnali di resa: “Chiediamo aiuto”

Juventus, Andrea Agnelli: “La Superlega non è stato un colpo di Stato ma un grido disperato d’allarme e di aiuto”

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Andrea Agnelli © Getty Images

Primi segnali di apertura da parte di una delle componenti dei tre club “dissidenti” della superlega. Andrea Agnelli ha tenuto una conferenza insieme a Fabio Paratici per illustrare le rispettive posizioni in vista della separazione dopo 11 anni di collaborazione. Non poteva mancare senza dubbio un riferimento alla superlega, data la decisone imminente (intorno al 15 giugno) di squalifica ai danni di Juventus, Real Madrid e Barcellona: “Da anni abbiamo provato a scardinare certi sistemi dall’interno, invano. Quando abbiamo varato la Superlega non  si è trattato di un colpo di Stato, bensì di un disperato grido di allarme e di aiuto“.

Agnelli apre al confronto

Per la prima volta, quindi, uno dei club che prosegue il braccio di ferro con la Uefa parla di aiuto e allarme, termini che nascondono un chiaro intento di aprire una discussione, un confronto: “L’Uefa ha usato verso di noi e chi aveva aderito al progetto che doveva essere varato con l’accordo dell’Uefa stessa, un atteggiamento di chiusura, con arroganza e con modi offensivi”.

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Poi prosegue: “Tutti i club che avevano aderito avevano un accordo che il torneo dovesse venire approvato dall’Uefa ma la chiusura è stata totale e dura. Poi l’atteggiamento intransigente si è rivolto soprattutto a tre club in particolare. Ma una cosa resta certa: Juventus, Real Madrid e Barcellona sono determinate a raggiungere una completa riforma. Lo vogliamo fare anche negli interessi di coloro che ci hanno confidato il proprio appoggio in tempi non sospetti”. 

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Un’apertura al dialogo quella del presidente della Juventus che però non nasconde la voglia di affermare le proprie posizioni. Senza dubbio, è una base per poter aprire un confronto, nonostante la richiesta ferma di una riforma che per certi versi, non proprio in tutti quelli contenuti nella superlega, è necessaria.

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Aleksander Ceferin © Getty Images
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