Jannik Sinner si candida ad essere un Big Three del futuro ma non tutti sono amici: è finita male
Una delle ragioni che inducono un buon numero di appassionati di sport a preferire il tennis ad altre discipline è la signorilità, oltre a un certo rispetto reciproco tra giocatori. E in effetti è una delle poche discipline sportive in cui manca completamente il contatto fisico tra gli atleti e in cui il gioco si sviluppa a distanza tra gli stessi giocatori. Non è un caso che nella storia, al netto di qualche inevitabile eccezione, le più accese rivalità tra grandi interpreti della racchetta abbiano coinciso con rapporti di amicizia e stima altrettanto significativi.
Tra le sfide più affascinanti del passato più o meno recente, è leggendaria quella tra John McEnroe e Bjorn Borg che ha infiammato i cuori dei tifosi e gli appassionati di tutto il mondo. Non tutti sanno poi che dopo aver giocato l’uno contro l’altro, a prescindere dall’esito della partita, i due fenomeni uscivano insieme per divertirsi e godersi qualche momento di relax.
Molto più recente e di assoluto dominio pubblico è il legame, strettissimo, tra Rafa Nadal e Roger Federer: i due fuoriclasse che hanno caratterizzato i primi quindici anni del terzo millennio, oltre ad aver dato vita a una delle rivalità più suggestive e sentite della storia dello sport, sono stati capaci di costruire nel tempo una solida e profonda amicizia.
Sinner, i Big Three del futuro non sono tutti amici: con Rune è finita male
Passando al presente e soprattutto al futuro, critici e addetti ai lavori concordano nel considerare Alcaraz, Sinner e il danese Holger Rune i tre giocatori più forti dei prossimi anni, un terzetto destinato a scrivere la storia del tennis. Ma se tra i primi due si va delineando un rapporto di reciproca stima e di simil amicizia, il giovane danese è destinato a costruire intorno a sè un’aura di antipatia e scorrettezza.
Quanto accaduto nel corso della semifinale del torneo di Monte-Carlo, vinto in tre set da Rune su Sinner, scava un solco nel rapporto tra i due giovani talenti. Il danese ha provocato sia il pubblico che Jannik dall’inizio alla fine, tanto che al termine del match il nostro giovane campione ha salutato l’avversario stringendogli a malapena la mano senza neanche guardarlo in faccia. Insomma, il talento scandinavo si candida a ricoprire il ruolo di nuovo bad boy del tennis mondiale.