Tutti siamo abituati a vedere la Juventus indossare il canonico bianconero a strisce, ma non è sempre stato così. Il cambio di colorazione del club torinese
L’identità societaria della Juventus è ben nota a tutti. Ormai siamo abituati ad identificare il club di Agnelli con i colori bianconeri della canonica maglia a righe che per quasi tutta la storia della società ha entusiasmato i tifosi. Quasi, perchè in origine, all’esordio ufficiale nel campionato nazionale del lontanissimo 1900, le tinte sociali della Juve erano rappresentati dal rosa e il nero, all’epoca derivanti dai colori sportivi del liceo in cui militavano e studiavano i soci fondatori. La squadra infatti è nata nel 1897 da un gruppo di studenti torinesi prima di prendere parte al primo campionato appunto tre anni dopo con una divisa rosa con un papillon o un cravattino nero.
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Juventus, via il rosa e resta solo il nero: nasce la divisa bianconera
Il grande cambio che ha sancito il passo verso la Juventus attuale per come la conosciamo avvenne circa tre anni dopo. Dopo un enorme utilizzo infatti le divise hanno subito un inevitabile logorio causato dai continui lavaggi e dal tempo, creando di fatto un problema legato alle stesse. All’epoca intanto tra i soci si era insediato anche Tom Savage che ha anche ricoperto brevemente il ruolo di capitano della squadra. Fu proprio lui ad offrirsi di risolvere la questione magliette ordinando dall’Inghilterra un lotto di divise ispirandosi inevitabilmente a quelle Notts County essendo lui di Nottingham. Conseguentemente punta tutto sulla colorazione bianco e nero del club professionistico nato nel 1861 e quindi più antico al mondo. Resta dibattito sul reale anno del cambiamento contesto tra il 1901 e il 1903.
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