Arriva l’annuncio che riguarda il difensore che ha maggiormente stupito al Mondiale: “Calciomercato? Gvardiol e non solo”.
Una promessa per molti, una scoperta per altri, una certezza per chi lo segue da tempo, e sapeva che il mondiale avrebbe rappresentato per lui l’occasione perfetta.
Josko Gvardiol ha confermato di essere un centrale di grandissima affidabilità. A 22 anni, e con alle spalle tutta la trafila nelle nazionali giovanili, il difensore “mascherato” che ha trascinato la Croazia al terzo posto ha messo in mostra tutto il suo repertorio. Forte in marcatura, roccioso ma con piedi educatissimi, impeccabile nell’anticipo e bravo nei colpi di testa, il gioiello del Lipsia ha gli occhi addosso dai top club di tutta Europa. La sua valutazione, già altra prima della Coppa del Mondo, è cresciuta ancora, e per prelevarlo servono 60 milioni.
Un altro talento di quelli di cui si diceva un gran bene quindi, che dopo le grandissime prestazioni in nazionale diventa un obiettivo solo per poche squadre. C’è chi però aveva praticamente chiuso l’operazione prima ancora del Lipsia, ma fu frenato proprio al momento delle firme.
“Gvardiol? Era già nostro”
l dirigente dello Shakhtar Donetsk Carlo Nicolini, intervenuto ai microfoni di TvPlay, ha raccontato un clamoroso retroscena su Gvardiol. In una lunga intervista in cui ha parlato del talento Mudryk, sottolineando che servono cifre altissime per prelevarlo, il vice di Srna ha risposto ad una domanda ben precisa. Gli è stato chiesto chi sono i calciatori che lo hanno impressionato durante il mondiale e la risposta é stata chiara.
“Abbiamo guardato con grande interesse e anche con un po’ di dispiacere – ha ammesso Nicolini – , se non fosse successo quanto è successo due ragazzi che al mondiale hanno fatto benissimo erano già nostri”. Il riferimento è a Gvardiol e Alvarez. “Noi guardiamo ora molto a un mercato interno – prosegue il dirigente – perché portare in questa situazione i giocatori in Ucraina non è semplice. Ora siamo un po’ in difficoltà concorrenziale per fare proposte importanti, perché per quanto facciamo sempre l’Europa e ci alleniamo in zone non pericolose, ovviamente ora dall’estero si guarda all’Ucraina futuristicamente”.
Arriva quindi un riferimento diretto e anche polemico nei confronti dei talent scout italiani. “Quello che volevo dire è che leggendo e sentendo i commenti di tanti addetti ai lavori italiani hanno scoperto in questo mondiale nomi che sono sui nostri taccuini da tre anni”. Un messaggio che rafforza il lavoro dello Shakhtar, da sempre capace di scovare talenti e rivenderli a cifre altissime.