Australian Open che si avviano alle fasi cruciali senza italiani, ma Sinner e Berrettini hanno un motivo per ‘tifare’ Djokovic
Il primo torneo del Grande Slam stagionale, nel tennis, ha riservato non poche sorprese. Gli Australian Open hanno visto uscire in maniera prematura dal tabellone diversi tra i favoriti della vigilia, come Rafa Nadal e Daniil Medvedev, finalisti dello scorso anno. E anche per l’Italia, le cose non sono andate benissimo.
Sinner e Berrettini, delusione Australian Open ma non è il momento di fermarsi: a caccia del riscatto verso la primavera
Jannik Sinner e Matteo Berrettini arrivavano a Melbourne carichi di aspettative. Un anno fa, l’altoatesino si era spinto fino ai quarti di finale, il romano addirittura fino in semifinale. Stavolta, si sono fermati prima. Se Sinner ha avuto la sfortuna di incrociare in tabellone un turno prima, agli ottavi, lo stesso giustiziere di un anno fa, ossia Stefanos Tsitsipas (anche se questa volta, ha costretto il greco al quinto set ed è andato vicino alla grande impresa), Berrettini ha ceduto piuttosto clamorosamente già all’esordio, contro un avversario sì scomodo come Andy Murray, ma rispetto al quale partiva favorito. Per entrambi, c’è da rimboccarsi le maniche in vista dei prossimi appuntamenti. Gennaio si conclude con una situazione che entrambi auspicavano migliore, ma febbraio, marzo e i mesi primaverili possono aiutarli a risalire la china. Soprattutto Berrettini può avere molto da guadagnare, visto che un anno fa, per infortunio, aveva saltato tutta la stagione su terra, oltre ai Masters 1000 americani di Indian Wells e Miami.
Sinner e Berrettini, ecco perché ora ‘tifano’ Djokovic in Australia
Per i nostri tennisti, un ‘assist’ può arrivare da Novak Djokovic. Il serbo, tornato in Australia dopo le ultime stagioni di assenza, è arrivato in semifinale abbastanza in scioltezza. Un solo set ceduto fin qui in tutto il torneo, al secondo turno, contro il francese Couacaud, per il resto nessun tipo di problema. Addirittura, solo sette game concessi in tutto il match ai quarti al russo Rublev, che pure sarebbe numero 5 del mondo. Prima di accedere alla finale, e puntare a tornare in vetta alla classifica ATP, l’ostacolo in semifinale è rappresentato dall’americano Tommy Paul. Un torneo sorprendente, quello del 25enne, che lungo la strada si è liberato di avversari non banali come Davidovich Fokina e Bautista Agut. Paul è balzato alla posizione numero 19 della classifica mondiale, superando Berrettini (ora numero 22) e insidiando Sinner e Musetti (numero 17 e numero 18). I tennisti nostrani sperano che Djokovic si confermi imbattibile in Australia, dove va a caccia del decimo titolo, incrementando il suo record.