Aleksander Ceferin numero uno della UEFA torna all’attacco mettendo nel mirino le 12 squadre da cui è partito il progetto Superlega una settimana fa
È passata circa una settimana dalla nascita della Superlega, che aveva scatenato un clamoroso polverone mediatico tra tifosi, addetti ai lavori e stampa. Poi la resa, almeno momentanea, da parte dei 12 club fondatori, venuti meno col passare delle ore. A tal proposito, intercettato dal ‘Daily Mail’, è tornato a parlare il presidente della UEFA, Aleksander Ceferin che torna all’attacco: “Sono rimasto davvero colpito dalla reazione del governo del Regno Unito. Ho avuto più conversazioni telefoniche con Boris Johnson e il segretario di Stato Dowen in quelle 48 ore di follia. Erano dalla parte giusta della storia al momento giusto e questo mi ha colpito molto. Questo sforzo congiunto dimostra che non tutto è in vendita, che non puoi presentarti coi tuoi miliardi e dire ‘Non m’interessano tradizione, storia, tutto ciò che amiamo, perché ho abbastanza soldi e comprerò tutto’. Non esiste, questo concetto non può passare”.
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Ceferin si è poi soffermato sulle sanzioni andando all’attacco: “”Ognuno dovrà subirne le conseguenze, non possiamo far finta di nulla. Per me c’è una chiara differenza tra i club inglesi e gli altri sei perché gli inglesi sono stati i primi a tirarsi indietro, ammettendo l’errore. Ci sono tre gruppi in questi dodici club: i sei inglesi, poi gli altri tre (Atletico Madrid, Milan e Inter, ndr) e poi quelli che considerano la terra piatta e pensano che la Superlega esista ancora. E tra questi tre gruppi c’è una grande differenza. Tutto, comunque, saranno ritenuti responsabili. In che modo poi lo vedremo“.
Infine su Agnelli: “E’ stato molto stressante, mi sono sentito come messo in lavatrice. Sabato sono andato in Svizzera, otto ore di auto, e avevo tutto pronto per parlare delle nuove riforme per la Champions League e le coppe europee. Stavo anche ringraziando Agnelli, ma da allora ho cambiato quattro volte il discorso. Stavano preparando cose che non mi hanno mai detto. Il tizio (Agnelli, ndr) mi mentiva dicendo ‘Non è vero, non è vero…’. Alla fine invece era vero e io devo raccontare pubblicamente ciò che è successo”.
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