MILANO – Spezia-Parma potrebbe riscrivere un nuovo capitolo del calcio in tribunale. I due club, secondo ‘La Gazzetta’ e ‘Il Corriere dello Sport’, sarebbero stati protagonisti di alcuni sms finiti nella lente d’ingrandimento della procura FIGC. E nel mirino ci sono alcuni giocatori tra cui Gilardino, autore del rigore sbagliato in quella stessa gara, già beccato dai tifosi…
Spezia-Parma, c’è il comunicato
De Col e Masi, per non incorrere nell’omessa denuncia, hanno dichiarato di aver ricevuto messaggi ambigui da Calaiò e Ceravolo, che invitavano lo Spezia a non giocare sino alla morte. I liguri, già salvi, non avrebbero potuto chiedere di più al campionato, per questo sarebbero stati invitati a giocare con meno agonismo del solito. I due attaccanti del Parma sono già stati ascoltati dalla procura, si andrà avanti per capire se ci saranno i margini per un deferimento e le relative sanzioni. Se la questione dovesse allargarsi, un possibile processo sportivo – con conseguente responsabilità oggettiva del club – potrebbe mettere in forte discussione la promozione dello stesso Parma, acciuffata all’ultimo grazie alla differenza reti negli scontri diretti contro il Frosinone.
In tarda mattina è apparso anche il comunicato del club ducale sul proprio sito ufficiale:
”Il Parma Calcio 1913, con riferimento alle notizie di stampa apparse nelle ultime ore riguardanti l’apertura da parte della Procura Federale di un’indagine inerente alla gara valida per l’ultima giornata del campionato di Serie B 2017/18 contro lo Spezia, desidera precisare quanto segue:
– i calciatori Emanuele Calaiò e Fabio Ceravolo sono stati ascoltati ieri pomeriggio a Roma dalla Procura Federale. A entrambi è stato semplicemente chiesto conto di due messaggi di testo, inviati a loro ex compagni di squadra in forza allo Spezia nei giorni precedenti la gara. Il tenore dei testi di cui il Parma ha potuto prendere visione nelle ultime ore – e che non riportiamo esclusivamente per rispetto del lavoro degli organi che hanno il compito di approfondire l’accaduto – non contiene alcun tipo di irregolarità o malizia, come già chiarito dai nostri tesserati e come siamo certi verrà accertato anche dagli organi preposti.
– Chi ha il compito di vigilare sulla correttezza di un campionato ha il diritto e il dovere di effettuare ogni tipo di verifica venga ritenuta necessaria. Per questa ragione ogni dirigente, tesserato o dipendente del Parma Calcio 1913 è a totale disposizione degli organi competenti qualora manifestassero la volontà di approfondire ogni aspetto che possa essere ritenuto utile.
– Allo stesso tempo però non possiamo non stigmatizzare la diffusione alla stampa di contenuti dettagliati di un’indagine che, essendo in corso, non permette a chi è chiamato in causa di rispondere in maniera adeguata proprio per evitare di intaccare il lavoro degli organi preposti. In ossequio alle normative infatti, nessun tesserato o dirigente del Parma Calcio 1913 – anche se a malincuore – rilascerà dichiarazioni sino alla conclusione delle indagini.
– A tal proposito, dopo i fiumi di inchiostro dedicati alle infamanti accuse relative a Parma-Ancona, purtroppo non cancellati dall’archiviazione del procedimento, e dopo ogni sforzo fatto per non replicare alle irresponsabili e reiterate dichiarazioni da parte di addetti ai lavori, relative a presunti episodi arbitrali, il Parma Calcio 1913 ha già dato mandato ai propri legali di intervenire nella maniera più dura possibile contro chiunque continui ad infangare con illazioni o allusioni sui diversi mezzi di comunicazione il suo nome, il suo lavoro o i risultati ottenuti.
– In ultima istanza il Parma Calcio 1913 desidera rassicurare e tranquillizzare con forza i propri tifosi e nutre la massima fiducia sul fatto che quest’indagine certificherà ulteriormente come la terza promozione consecutiva – come le due precedenti – altro non è stata che un fantastico traguardo raggiunto grazie al lavoro, al sacrificio e all’esemplare correttezza della società e dei suoi tesserati.”