Serie A, il commento dell’avvocato Calcagno dell’Associazione Calciatori alla decisione dell’assemblea di Lega sul taglio degli stipendi
Giorni di discussione nel mondo del calcio italiano, a margine dell’emergenza coronavirus. Le squadre osservano la situazione con attenzione per capire se e quando riusciranno a tornare in campo per salvare l’attuale stagione agonistica. Il fronte è spaccato, c’è chi vorrebbe riprendere e chi invece rimandare tutto alla stagione successiva. L’intenzione comunque sembra essere quella di provare a ricominciare entro il mese di giugno, se dovessero esserci le condizioni.
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Un altro punto importante del dibattito riguarda la questione degli stipendi dei calciatori. L’assemblea di Lega ha deciso all’unanimità per il taglio del 33% qualora non si dovesse riprendere a giocare. Una decisione che l’Associazione Calciatori non ha accolto con favore, replicando con toni piuttosto accesi. L’avvocato di parte Umberto Calcagno, intervistato da Calciomercato.it, ha spiegato: “E’ una provocazione. Si vogliono mettere i giocatori in cattiva luce, ma i primi a fare brutta figura sono i presidenti. L’Assemblea di Lega in realtà non ha alcun potere giuridico sulle contrattazioni tra i club e i giocatori”.
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