ROMA – Durante un’intervista a ‘Il Romanista’, Arrigo Sacchi ha risposto alle problematiche del calcio italiano, non risparmiando critiche pesanti nei confronti del sistema. Queste le dichiarazioni più importanti: ”Seconde squadre? Se un club ha lavorato per anni su un giovane calciatore usando delle metodologie ben precise e all’avanguardia, è giusto che continui fino alla fine e non interrompa il percorso di crescita lavorando in maniera diversa e magari non ottimale. In Italia siamo calcisticamente indietro di 30-40 anni, siamo un paese arretrato che non ha cultura sportiva. Nel resto d’Europa le seconde squadre c’erano già, noi pensiamo solo al risultato e non alle prestazioni, alla crescita dei giovani del vivaio. Le seconde squadre hanno un senso se permettono la crescita del settore giovanile, per anni alcuni club le volevano introdurre perché avevano 50-60 tesserati e volevano fare commercio di calciatori.”
Sacchi: ”Italia calcisticamente indietro, già 30 anni fa servivano le secondo squadre…”
”Per la crescita servono idee e aggiornamenti, centri di formazione e dei responsabili che devono continuamente aggiornarsi. Bisogna dare un’idea di gioco e creare giocatori in grado di pensare, sin dai piccolini; le squadre B possono essere un modo per avere più tempo per inculcare i giusti concetti nei giocatori. Perché tardiamo le riforme? Ci sono resistenze: ma uno dei vantaggi di avere un commissariamento in Federcalcio è che certe decisioni si possono prendere più velocemente” ha concluso.