Il club bianconero insiste per la permanenza del francese a Torino: c’è da trovare un difficile accordo con Veronique, la mamma-agente
Come passare da conclamato esubero tecnico a pedina imprescindibile. Come vedere il proprio cognome associato a meme quasi di sberleffo e diventare poi simbolo della clamorosa rimonta della Juve in campionato. Curiosa, per non dire incredibile, la parabola di Adrien Rabiot con la maglia bianconera. Proprio quando la sua avventura alla Continassa sembrava ormai finita, l’ex PSG ha risposto con una serie di prestazioni che hanno fatto ricredere anche i più scettici. Ma ora arriva il difficile.
Anche nel periodo più buio, quello contrassegnato dalle sconfitte in Champions League e ancor prima della serie di 8 vittorie consecutive poi interrotte dalla ‘manita’ subìta dal Napoli, il transalpino è sempre stato il faro dei bianconeri. Lo status di giocatore intoccabile nello scacchiere tattico del tecnico Allegri è stato certificato anche da un Mondiale vissuto da protagonista. Anche in Qatar, nelle occasioni in cui è mancato, la Francia ne ha risentito. L’affare che nella scorsa estate lo aveva visto molto vicino ad accasarsi al Manchester United saltò a causa delle bizze di Veronique, la mamma-agente che chiedeva per il figlio un ingaggio adeguato al suo valore. Cifre che magari facevano sorridere fino a qualche mese fa, ma che ora tornano clamorosamente attuali. Anche nella difficile trattativa per il rinnovo di contratto con la Vecchia Signora.
Superata la deadline del 31 gennaio 2023, data dalla quale il centrocampista francese può legittimamente parlare con altri club per un suo addio a parametro zero, ogni momento è buono per salutare il nuovo leader del centrocampo bianconero. La Juve dal canto suo non ha mai smesso di cercare un accordo per convincere il transalpino a restare a Torino, ma il fattore Veronique – che ha fatto le fortune dei bianconeri in estate bloccando l’addio – è un problema con cui fare i conti ora in sede di prolungamento del contratto.
La madre del calciatore infatti non si schioda dall’iniziale richesta di 10 milioni annui d’ingaggio come conditio sine qua non per proseguire il matrimonio con la Juve. La dirigenza bianconera sta tentando in tutti i modi di trovare una soluzione. Pianificando un nuovo incontro tra le parti. In attesa di conoscere il proprio destino sportivo – che potrebbe essere pesantemente condizionato, come già avvenuto con il filone plusvalenze, dalle decisioni della giustizia sportiva – la società piemontese non può ancora sbilanciarsi su grandi cifre. Infatti, al di là dei risultati sul campo, la Juve potrebbe non disputare le Coppe il prossimo anno. Rinunciando così di fatto a cospicui introiti per il proprio già sanguinante bilancio. La stessa possibile esclusione dall’Europa della squadra sarebbe a quel punto un buon motivo, per il calciatore, per decidere di cambiare aria.
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