Dire no alla Juventus non è mai facile, soprattutto se i bianconeri ti cercano con insistenza: però è accaduto
Resistere alla corte della Vecchia Signora era considerato quasi un delitto di lesa maestà, soprattutto negli anni Ottanta e Novanta. All’epoca infatti il calcio italiano rappresentava il massimo per ogni top player, rifiutare la Juventus era un’opzione non prevista.
Prima della rivoluzione nel vincolo dei giocatori, dal passaggio ai contratti pluriennali arrivando alla sentenza Jean Marc Bosman del 1990 sullo svincolo dei giocatori, il club di fatto decideva le sorti del proprio calciatore. Ora non è più cosi e quasi sempre sono i tesserati a decidere dove andare a giocare.
Juventus, il no dell’attaccante italiano
La storia che vi raccontiamo riguarda una punta nata a Napoli il 13 ottobre del 1977, cresciuto nell’Empoli e definitivamente esploso all’Udinese. Il folletto è ancora il sesto marcatore nella storia della Serie A avendo segnato 209 reti. Inoltre, Di Natale per due volte, stagioni 2009-2010 e 2010-2011, ha vinto la classifica cannonieri proprio con l’Udinese.
Meglio dell’attaccante partenopeo in serie A hanno fatto solo Jose Altafini e Giuseppe Meazza (216), Gunner Nordhal (225), Francesco Totti (250). Il romanista è secondo solo all’inarrivabile Silvio Piola, in testa a quota 274 sigilli. Tra i calciatori in attività, Immobile con la rete di venerdì è giunto a quota 192. Seguono Quagliarella a 181, Ibrahimovic a 156, Dybala a 108, Zapata a 107 e Belotti a 106. Proprio Di Natale, nell’estate del 2010, rinunciò al grande salto.
La Juventus che voleva Di Natale era una squadra in fase di ricostruzione. I bianconeri erano reduci da un deludente settimo posto, guidati in panchina prima da Ciro Ferrara e quindi da Alberto Zaccheroni. Come loro erede designato fu scelto Gigi Del Neri, fautore del miracolo Chievo.
Di Natale fu chiamato dal proprio agente, la Juve lo voleva ma la risposta della punta fu sorprendente. “Ti ringrazio e ringrazia anche la Juventus. Con la famiglia restiamo qua a Udine, vorrei finire qui la carriera”, rispose Totò, che poi avvisò subito il presidente Gino Pozzo con il quale da li a pochi giorni trovò l’intesa per chiudere la carriera con i friulani.
Quando racconta il grande no, Di Natale ricorda come abbia rinunciato a tanti soldi, ma l’aspetto economico non è mai stato il suo obiettivo primario nella vita. “Ho scelto con il cuore, a Udine sono stato sempre felice. Se penso a quanto vissuto da Gigi Riva, sono ancora più convinto di aver fatto benissimo”, ha concluso l’idolo di Udine.