Allarme lanciato sul ridimensionamento delle accuse alla Juventus: il parere controcorrente in diretta televisiva
Il terremoto dei giorni scorsi, in casa Juventus, lascia ora lo spazio all’attesa. Dopo le dimissioni dell’intero CDA, incluso il presidente Andrea Agnelli, per via degli sviluppi dell’inchiesta Prisma, portata avanti dalla Procura di Torino, si attendono ora le decisioni degli organi di giustizia.
Secondo la ricostruzione dei pm, le indagini farebbero emergere irregolarità, in capo alla società bianconera, per quanto riguarda le plusvalenze delle ultime stagioni e la manovra stipendi effettuata nel periodo del Covid. Dal punto di vista della giustizia ordinaria, è stato chiesto il rinvio a giudizio per Agnelli e altri undici indagati, ma i tempi si annunciano lunghi, anche per la richiesta, da parte della difesa, di spostare il processo da Torino a Milano. Più veloce dovrebbe essere la giustizia sportiva, con la Procura FIGC che valuterà se sussistano gli elementi per un deferimento e quindi per un processo. Il rischio, per la Juventus, potrebbe essere quello di una penalizzazione in classifica. Sul fronte Uefa, i bianconeri potrebbero anche essere esclusi dalle coppe europee, in maniera indipendente dalle decisioni della giustizia sportiva italiana. Il dibattito prosegue, occorrerà comunque del tempo per fare chiarezza.
In un contesto in cui, anche per via delle intercettazioni emerse, si è scatenata una vera e propria bufera sulla Juventus, c’è chi, come il giornalista Antonello Angelini, a Tv Play, invita tutti a riconsiderare le accuse e ad abbassare i toni.
“E’ una vicenda in cui tifosi, stampa e mondo calcistico devono porsi in maniera differente. Quello che dice il pubblico ministero ha lo stesso valore di quello che dice l’avvocato di parte. Le dimissioni di Agnelli dal CDA si inseriscono nella richiesta di custodia cautelare, ecco tutto. Per il momento, un giudice terzo ha detto che la storia delle plusvalenze è una sciocchezza. Certo, c’è da valutare la manovra stipendi e la questione delle tre mensilità. Ma ricordiamo cosa è successo con Calciopoli, con un quadro presentato all’inizio che poi è cambiato: non ci sono stati arbitri condannati, le partite non erano state truccate e così via. Sugli arbitri, ci sono altre cose che non vanno. Il Var deve essere a chiamata, almeno due volte a partita, voglio che l’arbitro si prenda la responsabilità di prendere una decisione davanti agli spettatori”.
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