In Formula 1, la Ferrari vuole tornare a vincere dopo i troppi anni di digiuno: ‘rivoluzione’ in casa della Rossa che coinvolge anche Leclerc
Le ultime annate della Ferrari erano state segnate da problemi di vario genere e delusioni in serie, con una vettura quasi mai competitiva. Il 2022, quanto meno, da questo punto di vista, ha segnato una inversione di tendenza, con la Rossa tornata a lottare in pista per vincere e che, per il potenziale che aveva, ha lasciato comunque un po’ di amaro in bocca.
Leclerc e la Ferrari, un 2022 con potenzialità incompiute: occorre fare di più
Charles Leclerc si è impegnato allo spasimo, ma ha raccolto decisamente poco. 9 pole position al sabato, anche meglio di Max Verstappen che si è laureato campione del mondo, ma soltanto 3 vittorie in gara, con cinque secondi posti e tre terzi posti. Qualche errore da parte del monegasco, numerosi altri da parte del box con scelte che non sempre lo hanno privilegiato, anzi, nel rapporto con Carlos Sainz, con vere e proprie topiche di strategia e anche un po’ di sfortuna con l’affidabilità della macchina nella fase cruciale della stagione. Tutto questo ha allontanato in maniera irrimediabile il pilota olandese, con il quale la lotta è stata ad armi pari solo per metà campionato, con una supremazia del pilota RedBull apparsa evidente alla distanza. Ma, come detto, la base da cui partire è senza dubbio buona.
Vasseur ha già le idee chiare: il piano per rilanciare la Rossa e Leclerc e puntare a vincere il Mondiale di Formula 1
Ora, si riparte per una nuova stagione, con Mattia Binotto che ha detto addio e Frederic Vasseur al suo posto come team principal. Proprio la sua presenza potrebbe dare il ‘la’ all’assalto al Mondiale da parte della Ferrari, che dal 2007 non trionfa tra i piloti e dal 2008 non vince un Mondiale costruttori.
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Secondo ‘F1-News.eu”, Vasseur ha già le idee chiare su come impostare il lavoro per ottenere risultati molto diversi. Il nuovo team principal batte principalmente su sei punti specifici. Maggiore decisionismo e polso nel gestire la squadra; leadership indiscussa da parte di uno dei due piloti (e la bilancia pende naturalmente verso Leclerc); fiducia incondizionata verso lo stesso Leclerc; maggiore lucidità e prontezza nelle strategie; miglior rapporto, più smaliziato, con i media; capacità di tradurre in pista alla domenica il lavoro del sabato, senza perdere per strada punti preziosi.