Tante volte nel mondo del calcio sentiamo dire il ‘nuovo X’ piuttosto che il ‘nuovo Y’, giovani talenti che per un motivo o per altro vengono associati ad illustri predecessori con i quali condividono ruolo e prospettive. Il campo però spesso racconta altro
La storia del calcio è fatta dai grandi campioni, quelli presi ad esempio anche dalle generazioni future e ai quali si fa inevitabilmente anche riferimento quando si va a caccia di nuovi talenti che possano ripercorrere le gesta. Spesso il flop è dietro l’angolo.
Chi ha avuto un’esperienza ben poco edificante con un ‘erede di…’ è certamente il Milan, che nel corso della sua gloriosa storia ha avuto sempre un legame molto stretto e proficuo con calciatori brasiliano. Da Kakà a Cafù passando per Serginho, Dida, Thiago Silva, Ronaldo e Ronaldinho. Non tutte le ciambelle però riescono col buco, e qualche volta anche l’asse tra i verdeoro e il ‘Diavolo’ ha prodotto flop paurosi.
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Uno di questi risponde al nome di Felipe Mattioni Rohde, terzino destro classe 1988 che approdò nel gennaio del 2009 all’ombra del Duomo con la pesantissima etichetta di ‘Nuovo Cafù’. I rossoneri lo portarono a Milano, insieme all’agente Mino Raiola, carichi di speranze con la formula del prestito con diritto di riscatto fissato a 6 milioni di euro, firmando un contratto di quattro anni e mezzo.
L’esordio di Mattioni in Serie A arriva a maggio dello stesso anno subentrando al più noto connazionale Kaká all’88’ minuto di Catania-Milan. Fu quella l’ultima ed unica fugace apparizione del terzino classe 1988 con la gloriosa casacca rossonera. Galliani infatti ne annunciò il mancato riscatto, certificando quello che a tutti gli effetti è stato un autentico flop, che ha proseguito poi la carriera da girovago in Europa e Sudamerica.
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Mattioni passa quindi in prestito al Maiorca e poi nel 2010 a parametro all’Espanyol, prima di incappare anche in una serie di infortuni che inizieranno a condizionarne una carriera tutt’altro che esaltante. Dopo 5 anni in Spagna ci prova senza successo anche in Inghilterra con Everton e Doncaster prima di rientrare in patria con le maglie di Boa Esporte, Veranopolis, Juventude, Coritiba, São José de Porto Alegre ed infine Novo Hamburgo. Una parabola discendente inarrestabile per Mattioni, arrivato come ‘nuovo Cafù’ con un paragone probabilmente troppo illustre per le sue doti.
“Il paragone con Cafu? Sono lusingato per l’accostamento, lui è stato un grandissimo giocatore, ma io devo ancora migliorare“: una promessa mai mantenuta.
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