Paulo Dybala e la Nazionale italiana sono stati davvero vicini, quasi ad un passo: la storia di un “colpo”, voluto da Conte, che però non si concretizzò mai
Chi ha detto che le nazionali di calcio non possano fare calciomercato? La storia che vi racconteremo, che in pochi conoscono e ricordano, dimostra infatti come, con le dovute proporzioni, questo sia effettivamente possibile anche per le rappresentative nazionali e dunque non solo per i club.
E’ l’anno 2014 e sulla panchina della nazionale italiana siede Antonio Conte, CT desideroso di rilanciare la rappresentativa azzurra dopo il tonfo brasiliano della nazionale di Cesare Prandelli. Conte ha un “obiettivo di mercato” per la sua squadra e così decide di muoversi in prima persona per far sì che il ragazzo possa arrivare a Coverciano per vestire la maglia azzurra.
Il sogno di Conte risponde al nome di Paulo Dybala, atleta che oggi non ha bisogno di presentazioni, ma che all’epoca era un talentuoso e giovanissimo attaccante di proprietà del Palermo.
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A volere fortemente la convocazione in Nazionale di Dybala è, come dicevamo, Antonio Conte: su di lui e sul suo mancino, il CT leccese vorrebbe costruire il futuro azzurro in vista degli europei 2016.
La Nazionale argentina, che lo considera ancora acerbo per essere un vice Messi, non lo ha ancora convocato e per questo Conte è pronto a sferrare l’attacco decisivo per spingere la Joya a vestire l’azzurro. Inoltre Dybala ha già (oltre a quello argentino e polacco nda) il passaporto italiano. Mettere tutto nero su bianco potrebbe non essere così complicato.
Tante telefonate, tanti incontri e tante promesse si susseguono: Dybala è stuzzicato dalla possibilità di diventare il nuovo 10 dell’Italia e di intraprendere un cammino glorioso con la nazionale 4 volte campione del mondo.
Ad un passo dal sì e dalla prima convocazione, arriva però lo stop, inaspettato. Voluto proprio da Dybala.
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Il no a Conte è diretto: non è un no al progetto Italia o alla maglia azzurra. E’ un no legato alla sua Argentina, alle sue origini. Un rifiuto così spiegato, tempo dopo, proprio dl 10 della Juventus.
“Io mi sento al 100% argentino, anche se scorre in me sangue italiano e polacco. Quando ho dovuto scegliere non ho avuto dubbi: io voglio giocare nell’argentina. Se non ci dovessi riuscire, dovrei piuttosto farmi qualche domanda e non cambiare bandiera perché in altre squadre ci potrebbe essere meno concorrenza. In una Nazionale che non sento mia, proprio non riuscirei a giocare”.
Una scelta di cuore e che non in molti avrebbero compiuto. Il no all’Italia per il troppo amore all’Argentina: Paulo Dybala non vestirà mai la maglia della nazionale tricolore.
Ma forse è giusto così…
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