DIMISSIONI KLINSMANN – Molti di noi se lo ricordano in quella calda serata di luglio 2006, al triplice fischio dell’arbitro dopo i supplementari di Dortmund. La sua espressione eloquente, che rispecchiava quello che era appena successo in campo: l’uno due firmato Grosso-Del Piero aveva steso la sua Germania nella semifinale del Mondiale e lui, Jurgen Klinsmann, da ct tedesco aveva il volto di tutta la nazione.
Dopo varie avventure, anche negli USA, l’ex attaccante dell’Inter era tornato in Germania e a Berlino si era seduto sulla panchina dell’Herta. Panchina che ha lasciato solo poche ore fa.
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Dimissioni Klinsmann, le motivazioni
“Voglio mandare un caloroso ringraziamento a tutti i giocatori, i fan, gli spettatori, gli assistenti ed i collaboratori all’Hertha per il supporto, i numerosi incontri e lo scambio continuo di idee nelle ultime dieci settimane. Questo periodo è stato molto emozionante per me e ha portato molte prospettive interessanti” ha comunicato il tecnico tedesco, che poi spiega la sua scelta.
“Proprio nella lotta per la scalata verso l’alto, l’unità, la coesione e la concentrazione sono gli elementi più importanti. Se non sono garantiti, non posso sfruttare il mio potenziale di allenatore e quindi non posso nemmeno rispondere alle mie responsabilità. Per questo motivo, dopo una lunga riflessione, ho concluso di rimettere a disposizione la mia carica di allenatore capo dell’Hertha“.
Per lui si riaprono le porte del consiglio di amministrazione del club capitolino.
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