Allegri Juventus, ritorno intelligente o “minestra riscaldata”? La storia dice che a Torino i ritorni dei tecnici portano benefici e trofei.
Nascondere quella che, più che un’indiscrezione, pare essere diventata quasi una certezza, non è utile a nessuno: Allegri e la Juventus si stanno fiutando, corteggiando a vicenda e stanno pensando, concretamente, di unirsi di nuovo in matrimonio. Dopo l’addio dell’estate 2019, e i due esperimenti falliti con Sarri e Pirlo, il presidente bianconero Andrea Agnelli pare stia valutando la possibilità di richiamare a corte il suo amico Max, incontrato anche nelle scorse ore a Forte De’ Marmi.
Al momento, è giusto precisarlo, nulla di concreto: nessun accordo, nessuna firma e nessuna data all’orizzonte. Solo un pourparler. Che però pesa come un macigno.
Tra Allegri e la Juve il filo non si è mai spezzato. Troppo stretto il legame con il tecnico più vincente della storia recente, arrivato dopo un tradimento, quello di Conte, che brucia ancora dalle parti della Continassa. Per questo, e per tanti altri motivi, in barba alle critiche e a una certa diffidenza dell’ambiente calcistico, quello che pareva impossibile fino a poche settimane fa, si starebbe lentamente concretizzando. Allegri bis, perché no?
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La storia dice sì: i ritorni in bianconero portano bene
A schierarsi dalla parte di questo affascinante ritorno, ci si mette anche la storia bianconera. A dispetto infatti delle innumerevoli dicerie sulle “minestre riscaldate”, nella Torino juventina i ritorni dei tecnici hanno portato, quasi sempre, bene. Tre esempi su tutti saltano all’occhio: Parola, Trapattoni e, dulcis in fundo, Lippi.
Messi da parte una serie di ritorni flash, tutti riconducibili ai primi 50 anni del ‘900, è stato Carlo Parola il primo tecnico ad aver condotto, con profitto, due mandati da tecnico della Juve. Dopo aver vinto 2 scudetti e 2 Coppa Italia tra il 1958 ed il 1960, Parola accetta la proposta di Boniperti e torna a Torino per sostituire Vycpalek nel 1974. Al primo anno è subito scudetto, ben 16 anni dopo il primo trionfo. La stagione successiva, chiusa con un secondo posto in classifica, dà però il là alla conclusione della sua seconda avventura bianconera ed anche della sua carriera da tecnico.
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A prendere il posto di Parola è Giovanni Trapattoni, tecnico che curiosamente, proprio come il suo predecessore, guiderà la Juventus in due occasioni. Dopo il decennio d’oro vissuto tra il 1976 ed il 1986, il Trap torna alla Juventus tra il 1991 ed il 1994. Anche in questo caso, sebbene con un bottino ben più magro rispetto alla prima trionfale esperienza, Giuanin’ riesce a vincere ancora, alzando al cielo una Coppa Uefa.
Chiude questo trittico quello che è, senza dubbio, uno dei più amati allenatori della storia bianconera: Marcello Lippi. Dopo la straordinaria avventura vissuta tra il 1994 ed il 1999 (3 scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppa italiana, 1 Champions League, 1 Coppa intercontinentale, 1 Supercoppa europea), il viareggino torna a Torino per rimpiazzare lo sfortunato Carlo Ancelotti. Anche la sua seconda avventura torinese è a dir poco gloriosa, con una sola – grande – macchia: la finale di Manchester persa contro i rivali del Milan, allenati curiosamente dall’ex Juve Ancelotti.
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— Fino alla fine forza Juventus (@forzaj1897) April 3, 2021
A questo punto rimane soltanto un interrogativo: con una storia lì a sorreggerlo ed il tifo interamente dalla sua parte, Allegri tornerà davvero alla Juventus?
Il popolo Juve attende novità e spera che, se dovesse mai arrivare a tavola, la prossima portata di “minestra riscaldata” non sia la prima indigesta della storia bianconera.