Ludopatia, la lotta al gioco d’azzardo: le ultime

Sounas West Ham
Pallone ©Getty Images

Ludopatia, la lotta al gioco d’azzardo: ecco la situazione per quel che riguarda uno dei più noti disturbi del controllo degli impulsi.

LUDOPATIA GIOCO D’AZZARDO – E’ un disturbo del comportamento rientrante nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi e nell’edizione 2013 del ‘Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali’ è stata inquadrata nella categoria delle “dipendenze comportamentali”. Stiamo parlando della ludopatia, nota anche come gioco d’azzardo patologico. Un fenomeno sempre più diffuso in Italia, che necessiterebbe di un intervento deciso da parte dello Stato. Un intervento diverso rispetto a quello voluto da Luigi Di Maio che, attraverso il decretoDignità“, vieta in maniera assoluta la pubblicità al gioco d’azzardo. Il divieto, però, proposto dal vicepresidente del Consiglio dei ministri rischia di produrre più danni collaterali di quanto si possa immaginare.

LUDOPATIA, COSA PRODUCE DIVIETO ASSOLUTO DELLA PUBBLICITA’? – In primis, il divieto assoluto della pubblicità al gioco d’azzardo non permetterebbe alle persone affette da questo disturbo di guarire. Inoltre, i danni economici di un eventuale divieto assoluto della pubblicità al gioco d’azzardo sarebbero davvero pesanti per la stampa, per i siti internet di informazione, per le grandi tv e per i bookmaker. Proprio quest’ultimi, infatti, potrebbero disfarsi della licenza italiana e tornare ai .com in caso di divieto assoluto della pubblicità al gioco d’azzardo. A quel punto, lo stato perderebbe i soldi delle licenze. I grandi quotidiani sarebbero probabilmente costretti ad aumentare il prezzo di vendita, così come Sky i canoni per l’abbonamento. Una serie di danni collaterali, insomma, davvero importanti. Perché, dunque, non fare una limitazione programmata della pubblicità al gioco d’azzardo? Perché non aumentare la tassazione per chi guadagna tramite campagne di questo tipo? Tutte idee da tenere in considerazione, che permetterebbero di destinare i soldi ricavati alla cura dei ludopatici.